lunedì 30 marzo 2009

Da Perth a Broome

Luogo: costa ovest Australiana, il Wild West
Tempo: 21 giorni di Marzo on the road
Mezzo di trasorto: Rusty un vecchio van mazda
Temperature: dai 40° ai 50° con umidità alle stelle

Ci eravamo lasciati con l’ultimo post made in Perth appena prima della nostra partenza direzione nord con destinazione la caldissima e tropicale Darwin.
Molte cose e molti luoghi si sono parati sulla nostra strada nel frattempo e questo post vuole essere, forse con un po’ troppa presunzione, un racconto dettagliato di ciò che abbiamo avuto la fortuna ed il coraggio di vedere.
La nostra avventura è iniziata imboccando la Highway N°1, patria di Backpackers come ormai sono io e road train, immensi camion lunghi anche 60 mt con al seguito fino a 5 rimorchi.
Questa strada, percorre per intero la costa e la prima nostra tappa è stato il Pinnacle Desert, dove moltissime pietre dalle forme bislunghe sonnecchiano da anni immemori in posizioni improbabili come mille dita pietrificate che dal terreno si protraggono ad indicare il cielo.
In quel contesto, è avvenuta la prima sventura del nostro viaggio, mentre chiaramente non guidavo io (altrimenti non sarebbe successo) ci siamo piantati nella sabbia e dopo un paio di tentativi a vuoto, la ruota ha iniziato a scavare il fragile terreno.
La soluzione è arrivata dal mio genio (heheheheh), ho trovato una pietra piatta e dopo aver scavato sotto la ruota, l’ho appoggiata a terra.
Ciò è bastato per permettere a Rusty di togliersi d’impaccio e saltar fuori dalla buca che lo stava inghiottendo.
Il successivo luogo visitato è stato il Pink Lake, un posto che sarebbe perfetto come teatro di svolgimento di una favola Disneyana perchè costituito da un’enorme distesa di sale con alcune pozze d’acqua che a causa del cloruro di sodio, si tingono di un’incredibile rosa confetto.
Questo lago però è stato visitato solo perchè di passaggio per il nostro vero obbiettivo, la visita ad un principe in carne ed ossa.
La vera favola di oggi infatti recita così:
C’era una volta, nel lontano 1970, un contadino di nome Leonard che veniva costantemente tormentato dalla sua nazione con tasse secondo lui troppo elevate riguardanti il grano che la sua proprietà, situata alla fine di una strada non asfaltata lunga 60 km, produceva con incredibile operosità.
Un bel dì, decise che l’Australia per questo non lo meritava più, si dichiarò Principe e la sua fattoria divenne il suo regno.
A nulla valsero i ripetuti tentativi del Commonhwelt del Western Australia di far rinsavire il nuovo monarca, la sua personale battaglia continuò ed ad oggi, il Principato dell Hudson River, è riconosciuto a tutti gli effetti come una nazione dispersa nell’Outback Australiano che misura esattamente la grandezza della fattoria del Principe Leonard.
Questa fattoria negli anni, ha sviluppato al suo interno, una chiesa, un suo negozio di alimentari, un ufficio postale ed infine un’ufficio governativo dal quale il principe in persona ormai 81enne, timbra i passaporti di tutti gli avventori che gli chiedono udienza calpestando il suo regal terreno.
Si tratta di un’uomo dal genio smisurato che è riuscito nella sua vita a costituire un suo stato che annovera anche una casella postale alle nazioni unite e di conseguenza nei suoi viaggi per il mondo, ha incontrato e conosciuto il papa ed i capi di stato di tutti i paesi che ha visitato, tutti tranne, il primo ministro Italiano, infatti, al suo arrivo in Italia, con grande stupore, non ha trovato assolutamente nessuno ad accoglierlo.
Finita l’udienza, con il sovrano, siamo risaliti a bordo di Rusty per riportarci sulla strada asfaltata ma, percorrendo il viale sterrato lungo 60 km,

abbiamo notato con sommo stupore delle angurie nane che giacevano incolte ai bordi della strada così, il pilota (che anche stavolta non ero io) ha pensato bene di tirare il freno a mano per effettuare un coreografico drift di 180° senza però calcolare che i lati del tracciato erano di vera e propria soffice sabbia rossa d’Australia.
Il risultato non poteva che essere una seconda insabbiatura che questa volta il mio intelletto smisurato e l’aiuto dei miei compagni di ventura non potevano risolvere.
Siamo stati costretti a chiedere l’aiuto del vicino di casa del principe che abita a cira 45 km dal medesimo ed a 400 mt dal luogo del tragicomico misfatto che ci ha visti coinvolti.
Questo nuovo personaggio, armato di una corda e di un bel jeeppone Toyota, ci ha tratti in salvo ridacchiandosela però sotto i baffi al pensiero di questi tre fessi di Italiani che hanno fatto 20.000 km per venire ad insabbiarsi davanti a casa sua a causa di 4 mini angurie che si sono poi rivelate essere immangiabili.


Risolta anche questa piccola sventura, la tappa successiva ci ha visti visitare due luoghi magnifici, Z Bend, un tumultuoso torrente che scorre in uno stretto canyon e l’ennesimo Natural Bridge d’Australia che questa volta non era circondato dalle forti acque dell’oceano e quindi risultava molto più “normale” del precedente.
Vieste queste due attrazzioni, dopo una rapida occhiata alla cartina ed una ancor più rapida occhiata alla lancetta della benzina che iniziava a scarseggiare, abbiamo deciso non tornare indietro di 40 km per recarci ad un distributore che avevamo visto la mattina ma bensì di spostarci in avanti visto e considerato che a 100 km da noi la mappa in nostro possesso, segnalava un paese che sicuramente nei nostri piani avrebbe avuto di che dissetare l’inossidabile Rusty.
La fortuna si sà, è cieca ma la sfiga in compenso ci vede benissimo, ci siamo così ritrovati a scorrazzare davanti a quello che doveva essere un paese ma che in realtà si è rivelato essere una casa dispersa nel deserto.
Con ormai la spia della riserva accesa e la lancetta che ha rotto il chiodino di fine corsa, Rusty ha eroicamente resistito per altri 40 km salvo poi arrendersi all’evidenza, i soli fumi della benzina non sono sufficienti per mantenere acceso un motore.
Il risultato è stato quello che i tre fessi italiani, si sono ritrovati a piedi, in mezzo al deserto, senza neanche una tanica vuota in cui mettere la benzina che la Road House più vicina (75 km più avanti) gli avrebbe venduto a carissimo prezzo.
Mentre pensavamo sul da farsi, una macchina si è fermata per chiederci cosa fosse successo, dopo averlielo spiegato, l’unica cosa che hanno potuto fare, è stata quella di augurarci good luck e consigliarci di fermare un camion perchè a detta loro probabilmente una scorta di benzina l’aveva.
La seconda macchina che si è fermata invece, trascinava dietro di se una barca e dopo la nostra spiegazione, ridacchiando il conducente è sceso per prendere una tanica di benzina che ci ha gentilmente versato nel serbatoio al prezzo di 20 dollari per 25 litri (gli abbiamo dato 25 dollari comunque).
Morale di questa ennesima favola: se vi trovate nel deserto, senza benzina, su un van scassato, non vi preoccupate perchè c’è sempre un signore sulla cinquantina che 10 minuti dopo la vostra “defaiance” percorre la stassa strada in direzione contraria, trascinando dietro di se una barca (in mezzo al deserto) con relative taniche di benzina, LA FORTUNA DELL’ITALIANO!!!!
Ripartiti di gran carriera (adesso abbiamo una tanica di scorta), ci siamo recati ad ammirare le Stomatoliti che sembrano semplicissime pietre immerse nella splendida e limpidissima acqua oceanica ma che, in realtà sono i genitori di tutto ciò che conosciamo.
Dovete sapere che 2 miliardi di anni fà, dei minuscoli esseri si sono raggruppati a formare delle strane rocce marrini che hanno la facoltà di respirare creando ossigeno e di conseguenza tutta l’atmosfera che ci ha permesso di nascere e vivere sulla terra.
Ormai estinte, le stomatoliti si trovano solo quì in Australia (strano!!) ed è stato bello vedere nel passato remoto del nostro pianeta.


Grazie di tutto Stomatoliti.
Appena lì vicino si trova una stazione telegrafica grande come una vasca da bagno che nel 1964, a sua insaputa ha contribuito alle comunicazioni tra la terra e la stazione spaziale Gemini che aveva perso il contatto con la NASA.
La sera poi, ci siamo accampati in un campeggio a Monkey Mia perchè la mattina seguente un gruppo di delfini sarebbe arrivato sin sulla spiaggia in cerca di cibo e non potevamo perderci questo spettacolo dal vivo.
Le attese sono state rispettate in pieno ed i delfini si sono prodigati in salti ed evoluzioni in segno di ringraziamento verso gli umani che davano loro pesce da mangiare e li accarezzavano sul muso.
Dopo aver lasciato Monkey Mia, ci siamo recati a Denham, città più ad ovest d’Australia e dopo aver fatto benzina, siamo andati a visitare Shell Beach,


una spiaggia costituita interamente da conchiglie traportate lì dalla merea, un vero spettacolo che ci ha rubato solamente una mezzoretta perchè la voglia di ripartire era grande anche se poi si è spenta quando ci siamo resi conto che per altri 1000 km non avremo avuto altro da visitare, solo una lunga strada dritta che si perde nel nulla del deserto dove neanche la radio prende.
La sera, ci siamo accampati in un paesino ed abbiamo deciso di ripulire e mettere in ordine Rusty, così armati di straccio e sapone, abbiamo provveduto ad una superficiale Toilettatura, ora dallo specchietto retrovisore riesco ad intravedere addirittura delle ombre dove prima si vedeva solo polvere. Magari uno di questi giorni decideremo di pulirlo veramente, ed allora quelle ombre si trasformeranno in veri e propri poliziotti incazzati perchè costretti a smontare dalla loro auto nel bel mezzo del deserto per scoprire chi è il pazzo al volante di questo rottame che viaggia senza luci di posizione durante la sera, su di una highway nel mezzo del nulla più assoluto..
La mattina siamo ripartiti e la giornata è passata percorrendo per 8 ore filate una strada dritta contornata dal nulla più assoluto che, se non fosse che Rusty tira decisamente a sinistra, ci poteva scappare anche un sonnellino.
Le nostre fatiche però sono state ripagate in pieno quando siamo arrivati a mettere piede sulla favolosa Torquay Bay, spiaggia dalla sabbia bianchissima, acqua cristallina e coralli che sfiorano la riva.


Inuitile dire che ci siamo accampati in spiaggia per la notte e che solamente il pomeriggio successio abbiamo lasciato quel paradiso per riprendere la strada del deserto dove, come dice Luca, “ci siamo lavati con una tanica di acqua non potabile in mezzo al deserto”… no comment…
La tappa successive ci ha visti scorrazzare per Port Hedland, polverosa città che basa la sua economia sulle miniere ma che ha comunque un suo fascino con tutte quelle case dai tetti in lamiera corrugata.
La city è attraversata da una ferrovia sulla quale corrono tutti i giorni treni diretti in tutta Australia e che possono essere lunghi anche 3 km.
Un’altro suo vantaggio inltre è quello di essere relativamente vicina ad 80 mile beach, una lunghissima spiaggia che volevamo visitare.
Appena arrivati, un signore titolare del campeggio li vicino, ci ha accolti salutandoci e complimentandosi con noi per il “fantastico” mezzo di trasporto.
Abbiamo apprifittato dell’incontro per chiedergli come fosse il mare e se fosse sicuro fare il bagno su quella spiaggia, la risposta è stata un poco confortevole “Io e la mia fimiglia non lo facciamo ma se voi volete…”
Il risultato è stato che siamo scesi, abbiamo fatto due foto e poi via subito in direzione Broome.
Altri 650 km in cui ho guidato io, strada perfettamente dritta, nient'altro attorno eccetto la nostra stessa ombra proiettata sull'asfalto rovente, con quel caldo in quelle condizioni è stato titanico…subsonica come battito e Rusty spacca!!

Ed a chi non viene sul blog, possa insabbiarsi la macchina 2 volte e finire la benzina in pieno deserto…

venerdì 27 marzo 2009

Da Perth ad Experance e ritorno

Eccoci quì, vi scrivo nuovamente da Perth dopo una cinque giorni decisamente intensa e ricca di luoghi e situazioni fantastiche.
Vi illustro brevemente la cronaca di questa prima parte del viaggio mio ma anche di Luca e Beppe miei coraggiosi compagni di ventura e, che è iniziato a Perth a bordo di uno scassatissimo ma ben attrezzato van subito ribatezzato Rusty, preso a nolleggio dalla quì in Australia famosa Wicked Travel e che si concluderà a Darwin nella maniera più economica possibile perchè un qualsiasi tour o biglietto aereo costerebbero il doppio di quello che spenderemo in 21 giorni noi tre.
Inizialmente però il nostro girovagare ci ha portati a sud per visitare città come Esperance, Albany o ancora Margaret River.
Martedì, siamo partiti da Perth nel tardo pomeriggio e dopo qualche centinaio di km siamo andati a visitare la famosa e molto bella Wave Rock,

una strana conformazione rocciosa che ha le sembianze di un’ enorme onda sul punto di rompersi (proprio come i point break che ormai piacciono a me… forse esagero un pò eh?), scattata qualche foto, ci siamo concessi una “sontuosa cenetta” a base di pasta al tonno gentilmente offerta dal nostro chef di bordo.
Il giorno seguente, dopo svariati km in cui finalmente dopo 2 mesi di digiuno ho potuto nuovamente guidare un mezzo motorizzato (ho anche fatto mezzo km contro mano prima di ricordarmi che quì guidano a sx) abbiamo raggiunto la città di Esperance dove abbiamo visitato il Le Grand National Park, luogo dalla bellezza disarmante con paesaggi quasi montani dispersi nel Bush ma anche spiaggie dalla sabbia Bianca ed acqua azzurra sulle quail abbiamo potuto giocare a rincorrere i canguri che li amavano passare il loro tempo prima del passaggio dei tre terribili italiani, sembra che ora l’intera loro specie si stia trasferendo a nuoto nelle “vicine” isole Samoa perchè situate agli antipodi della famigerata ed ora temuta Italia.

La sera poi, il nostro cuoco ufficiale, ci ha sbalorditi tirandoci fuori dal cilindro una cenetta a base di filetto al pepe verde (il mio piatto preferito) degna del miglior Vissani.
Il terzo giorno, lo spostamento è stato relativamente breve, solamente 250 km ma i luoghi che abbiamo avuto la fortuna di ammirare, sono stati a dir poco sbalorditivi, siti come the Gap costituito da un’enorme insenatura tra gli scogli che con il mare grosso è in grado di “sparare” l’acqua ad un’altezza di 40-50 mt, Natural Bridge con la sua maestosa volta naturale che viene continuamente tormentata da fortissime ondate oceaniche capaci nei secoli di regalargli una forma magnifica (assomiglia molto al ponte di Veja ma con decisamente molta più acqua attorno)

o Blowholes che altro non sono che dei buchi nel terreno scogliero, collegati direttamente all’oceano e che ad ogni onda creano uno sbuffo coronato da una nebbia di acqua salata nebulizzata, quasi come se la scogliera stesse fumando.
Dopo tutti questi paesaggi marini, non si poteva non spostarsi verso ovest all’interno del parco nazionale vicino (non ricordo il nome) per ammirare l’altezza incredibile degli Eucalipti che lì vi dimorano ed avere l’occasione di scalarne uno alto 60 mt con tanti paletti metallici conficcati al suo interno che fungevano da scala.


Mai avuta tanta paura nel salire un’ albero, tanto più che la sicurezza era totalmente inesistente e la vita degli avventori era interamente affidata agli stessi (c’è anche un cartello all’entrata del parco che lo dice).
Ieri ci siamo spostati a Margaret River per ammirare le immense distese di vigneti della zona ed entrare in una cantina vinicola che farebbe impallidire qualunque nostra cantina made in Valpolicella come sontuosità del complesso e che inoltre produce vini decisamente buoni per non essere itliani o francesi (in quanto a gusto, vince la Valpo stavolta, almeno in questo campo rimaniamo imbattuti).
Non potevamo non prendere una bottiglia di buon vino rosso che abbiamo poi bevuto a cena costituita da un’ottimo pollo alla cacciatore, il cui ingrediente principale, il pollo, è stato sostituito da delle salsiccie di manzo all’ultimo minuto in quanto i polli presenti al supermercato erano un pò sottotono.
Al tramonto, ci siamo accampati nella cittadina di Busselton famosa per annoverare tra le sue attrazioni il pontile in legno più lungo dell’emisfero sud e che per la precisione misura 2 km (in realtà è la sua unica attrazione ma tanto era di strada) che solamente io ho avuto il coraggio e la voglia di percorrere per poter fotografare così la terra ferma al tramonto da un punto di vista diverso dal solito.
Stamane di buon mattino, ci siamo rimessi in strada non prima di accorgerci che nottetempo la polizia ci ha lasciato sotto il tergicristallo un simpatico biglietto in cui ci avvisava che se avessimo ancora campeggiato in un parcheggio pubblico, saremmo stati multati di 100 dollari a testa, funziona così infatti in Australia, ti avvisano una prima volta che puoi prendere una multa, ti avvisano poi una seconda ed anche una terza volta, alla quarta ti stanchi tu di ricevere avvisi ed allora ti adegui alle leggi…AUSTRALIANI!!!!!
Dopo 2581 km e 380 dollari di benzina (190 euro non male se si pensa che il van fa gran pochi km con un litro) siamo arrivati nuovamente a Perth per trovarci con Omar e Marco per un pranzo a base di Bbq nel loro hotel e, nei nostri piani saremmo dovuti poi ripartire alle 2 verso nord diretti a Broome ed infine Darwin.
Siamo naturalmente partiti in ritardo ed alle 7 abbiamo lasciato la città spostandoci verso nord. Di questo nuovo viaggio “in to te wild” però vi racconterò in futuro perchè attualmente siamo ancora sulla strada e la meta sulla quale conto per trovarmi un lavoretto è ancora molto molto lontana
E chi non viene sul bog, è condannato trasferirsi a nuoto alle Samoa.

mercoledì 18 marzo 2009

e chi mi ferma più???

Si si lo so, ho detto che avrei finalmente messo la testa a posto ma, è più forte di me, non mi posso fermare adesso, non posso lasciare incompleto un così bel viaggio, perciò, la decisione è presa, non mi fermo a Perth, quindi, signore e signori, per la serie "col cazzo che non lavorerò a Perth" vi presento.... me stesso, ovvero la ridicolizzazione dei propri principi e delle proprie idée.
Continuo dunque il mio zingarare per l’Australia e me ne vado inizialmente a sud verso Margaret River patria di NOI SURFISTI e dei vini dell’oceania (due buoni motivi insomma), per poi risalire lungo la costa ovest del continente passando ovunque mi venga voglia di andare, senza però tralasciare città come Broome e Darwin dove, deciderò se varrà la pena fermarsi per ragranellare quelche doblone nel campo dei pub e locali notturni, all’interno dei quail potrò finalmente sperimentare le mie ricette di cocktail made in Italy che avranno sicuramente successo nel bel mezzo del nulla australiano o, ridiscendere attraverso il desertico ed infuocato Outback per recarmi ad ammirare Uluru, simbolo vero dell’ Australia e della cultura aborigena che l’ha abitata per secoli.
Ma come mi sarà mai venuta in mente un’idea del genere direte voi, semplice rispondi io, la decisione è resa praticamente obbligatoria in quanto io pensavo di essere il più furbo d’Australia e di poter aspettare l’inverno quì al sud lavoricchiando per poi all’arrivo dell’inverno emigrare al nord verso il caldo e le spiaggie ma, non avevo calcolato l’enorme numero di Backpackers che la pensano esattamente come me e che di conseguenza infestano Perth ma in generale tutto il sud Australia proponendo mano d’opera a prezzi stracciati e facendosi una concorrenza serrata a cui io non voglio partecipare.
Molti arrivano persino a lavorare gratis in cambio di vitto e alloggio, cosa che non mi sembra ne di buon gusto ne d’aiuto per un corretto sviluppo delle competenze personali di ogni lavoratore partecipante a questo programma di sfruttamento legalizzato.
Parto quindi assieme a Luca e Beppe che nel frattempo mi hanno raggiunto in quel di Perth rispettivamente da Alice Springs e Sydney a bordo di un van attrezzato a camper e adatto all’occasione che abbiamo affittato alla wicked travel e che ci porterà in 21 giorni nella città del nord Australia per antonomasia, Darwin appunto.
Ma ora basta parlare del futuro e concentriamoci su Perth, città molto piccola ma decisamente “bonacciona” e popolata da personaggi che definire particolari è forse poco.
Perth, si sviluppa attorno al suo minuscolo cbd e non propone molte mete o highlights degni di una metropoli australiana ma, sa comunque farsi ammirare grazie ai moltissimi giardini presenti e agli ancor più frequenti concerti di strada che la animano tutti i giorni e tutte le notti.
Ho passato questa settimana a girarla in lungo ed in largo a bordo dei 3 cats che altro non sono che 3 linee di bus gratuiti che percorrono tutta la città permettendo ai cittadini di spostarsi in modo rapido e gratuito da un punto all’altro della little metropoli.
Ho avuto molte ore di divertimento in città anche perchè ho conosciuto Giorgia, Manuel e Marta, tre ragazzi del forum che vivono a Perth da ormai 2 mesi e che mi hanno fatto conoscere I locali migliori della “loro” città.
Saluto loro e saluto voi, vi rimando inoltre al prossimo post, non so da dove vi scriverò e non so nemmeno quando visto che la costa ovest australiana è decisamente “selvaggia” e non molto popolata, il mio viaggio continua anche se, preferisco pensare che viaggiare e spostarsi, non siano nemmeno in relazione fra loro.
E chi non viene sul blog è come un mio principio o una mia idea.

martedì 10 marzo 2009

Adelaide e Kangaroo Island

Vi ho lasciato qualche giorno fà con un post in cui avanzavo qualche perplessità verso la città di Melbourne e riponevo invece molte speranze in Adelaide.
Devo dire che le mie attese che di solito vengono sempre disilluse, questa volta mi hanno regalato un soggiorno in una bellissima città che per la sua natura di stampo universitario, si è rivelata una fonte quasi inesauribile di bei momenti e belle situazioni “festose”.
La città è molto molto piccole ma possiede dei bellissimi palazzi che a differenza di Melbourne sono di stampo decisamente più “classico”.
L’università punto focale dell’intero centro, è costituita da tutta una serie di edifici in mattoncini rossi che lascia senza parole tanta è la maestosità del complesso e le classi fanno lezione nei giardini seduti scalzi attorno agli alberi (professore compreso) mentre un termitaio di studenti si aggira per I vialetti in ghiaia che circondano le aiuole, sembra di vedere un film teen americano.
Mi chiedevo però da dove vennisse la definizione “the festival state” che si può leggere su tutte le targhe delle machine e la risposta mi è arrivata poco dopo quando ho notato che essendo appunto una città universitaria, è anche una cittò decisamente hippy con tutto quello che ne consegue.
In tutte le città australiane, gli alcolici possono essere venduti (e a caro prezzo) solamente in appositi negozi, i così detti Bottle Shop, beh, quì ad Adelaide, questi Bottle Shop sono addirittura drive-in come andare al mc-drive insomma, arrivi, entri in negozio con la macchina, il tipo ti chiede cosa vuoi, paghi e te ne vai senza neanche essere sceso dall’auto dirigendoti in uno qualsiasi dei 1000 “festival” che si tengono in giro per la città ogni sera e dai quali salgono i vapori dell'alcool misti ad altro genere di vapori...
Devo però dire che anche quì qualcosa che non và l’ho trovata e quel qualcosa è la spiaggia, decisamente troppo tranquilla e senza la benchè minima onda il che, per un’ormai esperto surfista del mio calibro non è poca cosa.
Ho deciso così di fare una piccola deviazione sul tema e 230 dollari dopo, mi sono ritrovato imbarcato su un traghetto diretto verso Kangaroo Island.
Erano almeno 13 anni e cioè da quando ne posseggo uno, che non stavo 3 giorni senza poter utilizzare il cellulare infatti sull’isola Vodafone ma anche Telestra o qualsiasi altro operatore, non hanno campo, il telefono di conseguenza non serve assolutamente a niente.
La sera appena arrivato, entrando in camera, ho conosciuto Geremia, un ragazzo di 30 anni tedesco ma con passaporto italiano che parla napoletano, italiano, inglese, Tedesco e spagnolo e che era lì per staccare qualche giorno dal suo lavoro ad Adelaide che gli stà permettendo di mettersi via un po’ di soldi per poi andare in nuova zelanda dove li spenderà tutti facendo skydiving, diving, bunjee jumping e free climbing.
Assieme, siamo andati a vedere la marcia dei pinguini nani che si teneva sulla scogliera a 30 metri dal nostro motel (che palle stì pinguini, sono come il prezzemolo ormai) e alla fine, abbiamo conosciuto una ragazza tedesca che sentendoci parlare si è avvicinata per poter sentire un pò di frasi in italiano (ha detto che la nostra lingua gli piace tantissimo).
Siamo stati un pò a chiacchierare con lei e poi, le abbiamo efferto una birra nella cucina del motel, Lei ha accettato e così ci siamo avviati verso l’Yha.
Entrando nel giardino, lo abbiamo trovato pieno di Wallabies, saranno stati almeno una ventina e appena hanno sentito rumori sospetti, se ne sono scappati nel bush.
Il giorno dopo, sveglia presto ed alle 8:30 un bus da 20 persone della sky link, è venuto a prendermi per accompagnare me e i miei compagni di tour in giro per gli highlights dell’isola.
Il gruppo era composto da me, un ragazzino sui 18 \ 20 anni e una quindicina di arzilli vecchietti tra i 70 e gli 80 anni…
In tutte le tappe che abbiamo passato, incontravamo sempre gruppi di ragazzi tedeschi, francesi, spagnoli o amiericani tra i 20 e i 30 anni clienti di altri tour operator che facevano una cachara incredibile, ho proprio sbagliato compagnia, mi rifarò la prossima volta comunque ho preso I numeri degli organizzatori di quei tour e la prossima volta mi rivolgerò a loro, almeno non correrò il rischio di dover chiamare un’ambulanza ogni volta che il bus fa una frenata un pò più energica del solito...
Comunque devo dire che tra I miei “compagni”, qualcuno di particolare c’era, parlo di un tizio sui 60 anni australiano doc simpatico e decisamente alla mano che, vestito in mimetica, si è fatto tutto il viaggio scalzo camminando sulla sabbia, sui sassi, su tratti di asfalto rovente o ancora in mezzo al bush salvo, mettersi poi le infradito quando a mezzogiorno siamo entrati in un bistrò con in parquet per terra.
In questo tuor, abbiamo visto i leoni marini direttamente passeggiando sulla loro spiaggia, le aquile, qualche wallabie che mi era sfuggito la sera prima, i koala e qualche splendido spot creato da un'insieme di rocce vulcaniche dalle forme alquanto bizzarre.






Visto con che sprezzo del pericolo ho ammaestrato a mani nude questo pericoloso esemplare di.... killer dei celi!!!

Giornata fantastica che ha meritato ogni centesimo investito in essa.
Rientrato ad Adelaide, ho sentito per telefono Daniele e Lorena che nel frattempo mi hanno raggiunto in città ed assieme siamo andati in spiaggia anche se 5 ore dopo avevo il mio volo…
Che volo? Semplice, il volo che ho prenotato nottetempo e che dal Festival State, mi ha portato nella soleggiata e cocente Perth.
Mi ero informato per fare questo tragitto in treno con la Indian Pacific ma il viaggio durava 39 ore e il sedile costava 500 dollari mentre la cuccetta 1000 dollaroni.
Ho optato così per prendere un volo della famosissima Tiger Airways, compagnia malesiana che copre quasi tutto il sud Australia e che con 128 dollari mi ha accompagnato in 3 comode ore a destinazione.
Le hostess di questa compagnia, sono vestite con dei pantaloni neri, una camicetta giallo paglierino e una fascia tigrata legata in vita che fa molto fashion, altro che le hostess airdolomiti, vestite di verde fluorescente che sembrano delle foglie di menta piperita.
Tornando a noi, ho con quest’ultimo viaggio coperto la costa sud del continante, adesso penso che mi fermerò per un pò per dare una riassestatina alle mie finanze e godermi gli ultimi sprazzi d’estate prima che il freddo inverno piombi sulla città (per inverno si intendono 14°\16°).
Proprio a questo proposito, sono benvenute le vostre offerte che verranno accettate dai 100 euro in sù, regolatevi di conseguenza, per fare ciò, mandatemi una mail e vi dirò il numero di conto corrente sul quale effettuare un bonifico internazionale.
Ciao a tutti e chi non viene sul blog è… il titolare della sky link

venerdì 6 marzo 2009

Melbourne? anche no grazie...

Ebbene si, prima o poi doveva pur succedere, era solo questione di tempo perchè in fondo questa cosa era inevitabile, come il sorgere del sole, come i solleciti del canone RAI, come le zanzare d'estate.
Cosa sarà mai successo vi chiedete? È presto detto, ho trovato qualcosa nella meravigliosa e vasta Australia che non mi ha entusiasmato, che non mi è piaciuto.
La cosa in questione è Melbourne, l’ultima città che ho visitato.



Non mi è piaciuta anche se a detta di tutti è molto bella ed in effetti, di per se sarebbe anche quasi carina con le sue architetture “estreme” (sono poche a dir la verità) e la sua rete di tram free in stile d’epoca che corre lungo le sue strade, ma purtroppo, per una serie di sfortunate coincidenze non sono riuscito a vederne la parte “buona” nel suo intero.
Diciamo che mi sono stancato dopo 3 giorni passati a passeggiare per il centro di una città molto piccola ed inospitale e per di più sotto ad una pioggia incessante e una temperatura decisamente variabile che non ti faceva mai indovinare l’abbigliamento adeguato visto che un giorno era nuvoloso ma caldo ed il giorno dopo nuvoloso ma freddissimo (la pioggia comunque c’era sempre).
Cosa mi potevo aspettare comunque da una città che annovera questa tra le sue vie centrali?


Sono addirittura arrivato alla conclusione che se per caso avessi avuto Melbourne e non Sydney come mia prima tappa Australiana, mi sarei terribilmente demoralizzato perchè anche la vita notturna di questa city non è molto movimentata e non può perciò essere messa minimamente a confronto con una qualunque serata anche infrasettimanale di Sydney.
inoltre un’altra domanda mi sorge spontanea: Ma tutte le belle bionde australiane dove sono andate a finire??? In questa città sono tutte more e neanche tanto carine.
Comunque, stamattina ho deciso di cambiare aria e così ho preso un biglietto FireFly (ben 55 dollari) e me ne sono andato.
Per soddisfare ogni vostra curiosità, vi dirò subito che attualmente mi trovo ad Adelaide in cerca di più fortuna e con la speranza che questa piccola città universitaria sappia farmi dimenticare in fretta Melbourne.
E’ proprio questo infatti il vantaggio di un viaggio come quello che ho intrapreso, si ha la più completa libertà di cambiare hotel, magari città, o addirittura uno stato se questo non ci piace perchè, non si è assolutamente legati da vincoli monetari o di prenotazioni impossibili da recedere o modificare come invece succede quando si va in vacanza in un villaggio turistico o quando ci si affida ad un'agenzia.
Quindi la nuova situazione è questa, mi trovo ad Adelaide, ho cambiato fuso orario passando dalle + 10 ore rispetto all’ Italia alle attuali + 9,5 ore (non chiedetemi perchè solo mezzora di cambio, non ne ho la minima idea ma tent’è…)
Domani pomeriggio parto per un tour di 3 giorni a kangaroo island, e stanotte sono in un’ostello YHA strapieno di bionde.
Di nuovo W l’Australia quindi!!!
E chi non viene sul blog è un fan di Melbourne

lunedì 2 marzo 2009

SBK a Phillip Island

E anche questa tappa australiana è andata.
La giornata di ieri è iniziata prestissimo, più precisamente quando dopo essere riuscito a scambiare 4 piacevolissime ed inaspettate chiacchiere sulla chat di facebook prima con Daniela e poi con Cristiano, il bus sul quale ho prenotato il biglietto from Canberra to Melbourne, ha lasciato la stazione. Ore 00:02.
Avevo prenotato apposta il viaggio per quest’ora perchè così viaggiando di notte, avrei potuto dormire sul bus e risparmiare una notte in accommodation (cosa non si va a pensare per risparmiare qualche dollaro).
Il mio piano però è riuscito solo a metà, nel senso che, al contrario di quanto successo sul bus Sydney-Canberra, quest'altro era decisamente pieno e non ho così avuto a disposizione due sedili affiancati ma solamente uno e non mi ci stavano le gambe.
Sono riuscito così ad addormentarmi solo verso le 5 di mattina a 3 ore dall’arrivo a Melbourne.
Inoltre, dovete sapere che se vi trovate nel bel mezzo del nulla, su di una strada senza lampioni sulla quale transita un’auto ogni 40 minuti circa e il vostro bus inizia ad emettere un fischio sinistro che altro non è che il presagio di una catastrofe, può non essere bello.
Un km dopo il fattaccio in questione infatti, il nostro bus si è misteriosamente spento in corsa e una volta accostato si è categoricamente rifiutato di ripartire, batteria ko è stata la sentenza.
Fortuna vuole che l’autista previdente avesse portato con se un’enorme starter ed un po' di chiavi (sicuramente era a conoscenza del problema a priori) e grazie al suo lavoro extra dopo 30 minuti passati sotto il cofano motore, l’ammasso di metallo su ruote è riuscito sbofonchiando a ripartire ed a portarci a destinazione.
Appena sceso in stazione, ho chiamato Omar e Luca che tempo 10 minuti sono arrivati a prendermi per recarci tutti assieme in macchina a Phillip Island per gara di SBK e la Marcia dei pinguini ma non prima però di aver fatto colazione da subway a base di panino tostato con bacon, uova e olive.
Partiti alla volta di Phillip Island, non potevamo non perderci dopo 1 oretta di viaggio, così abbiamo accostato e chiesto informazioni all’entrata di un parco zoo.
La signora che lavorava all’entrata è stata più che gentile, ci ha infatti dato una mappa completa di svolte, km da percorrere e tempo di percorrenza previsto con la quale, siamo riusciti a raggiungere l’isola, non prima però di mal interpretare la piantina e ritrovarci su una strada Bianca con un canguro che ci saltellava affianco dispersi tra le colline.
(Yeeeeee il mio primo canguro made in aussie)
Dopo anche questa “piccola deviazione” siamo comunque riusciti a raggiungere l’isola che non mi aspettavo fosse cosi “desolata”. Non c’è infatti assolutamente niente sopra se si toglie la pista, 2 paesini che conteranno al Massimo 1000 abitanti, le 4 strade che hanno posato per collegare il tutto, molte scogliere e tanti tanti cespugli bruciati dal sole.
Raggiunta senza ulteriore fatica la pista, abbiamo notato che l’aria che vi respira fa molto “campagna style”, infatti più che una corsa valida per il titolo mondiale di SBK, sembrava un motoraduno con chioschetti posti a 30 metri dalla pista in cui venivano servite birre e panini a motociclisti che potevano entrare con I loro mezzi e scorazzare liberamente per tutto il perimetro del circuito.


Pagando il biglietto d’entrata di 32 euro, era possible posizionarsi in qualsiasi punto della pista così ci siamo cercati un punto in curva e abbiamo guardato la gara da lì, applaudendo ad ogni derapata che quei campioni (tutti dei veri campioni.... tranne Max Biagi naturalmente) ci regalavano.
Vi voglio inoltre far notare come lavorano alacremente i commissari di percorso quì in Australia... dovremmo imparare da loro come si fa a sbattersene di una ventina e più di pazzi che sfrecciano a 300 all'ora a pochi metri da te.


Finite le 2 manches, abbiamo partecipato alle festa del podio salendo direttamente sull’asfalto di gara e li abbiamo scattato qualche foto dal punto di vista dei piloti.


Quando tutto è finito, ci siamo avviati verso la Penguin Parade che altro non è che la marcia per il cibo che tutte le sere, questi pinguini alti 1 spanna (sono la specie di pinguini più bassa del mondo e si trovano solo quì) fanno con mille occhi curiosi che li guardano.


Il caso ha però voluto che fossimo ancora troppo in anticipo perciò ci siamo recati in un lookout altamente panoramico per vedere l’oceano e, proprio li un gruppo di questi pinguini ha deliberatamente deciso di ripararsi.



Abbiamo così risparmiato i 20 dollari della parade riuscendo perdipiù a vedere I pinguini da 30 cm di distanza.
All'ora di cena siamo andati al cooles (si tratta di una catena di supermercati) che si trova nel più grandicello dei due paesini di Phillip Island e li abbiamo comprato carne e verdure da grigliare al free bbq che c’era li vicino.
Dopo aver cenato, Luca ed Omar mi hanno accompagnato all’ostello che avevo prenotato su internet in mattinata (alla fine non ho dovuto dormire all’agghiaccio) e che si è rivelato essere in stile Hawaiiano e molto molto cheap.
Stamattina siamo tornati a Melbourne perchè loro dovevano riconsegnare l’auto in quanto stanotte partiranno per Adelaide ma prima mi hanno accompagnato all’YHA, adesso posso così dire di avere una camera in centro a Melbourne che mi garantirà un tetto per ben 3 giorni wow.
Da oggi pomeriggio inizierò a vedermi la città ed a cercare un tour per la Great Ocean Road sempre che non riesca a trovare qualcuno con cui dividere le spese di auto e benzina per poter farla così in macchina e fermarmi di conseguenza ovunque ne abbia voglia, mettendoci tutto il tempo che necessario.
Bene questo è quanto, vi rimando al prossimo post per una descrizione accurata di Melbourne e.....chi non viene sul blog è un commissario di percorso