martedì 28 aprile 2009

Pensieri...

Ancora nessuna novità all'orizzonte, solamente il mio definitivo ingresso nell'appartamento che mi da un tetto ogni giorno e che si trova al 25° piano di un grattacielo nel centro di Sydney.



Devo dire che mi ci trovo molto bene, la casa è molto ampia e sembra quasi un mondo distaccato dal frinire incostante e rumoroso di Sydney, popolata da personaggi alquanto particolari ma non per questo meno reali dell’aria che respiro..

Capita così che un turco (o Turchese vero Marz?) di nome Vulcano, canti a squarciagola le canzoni di Rino Getano che un'italiano di nome Antonio gli ha voluto insegnare o ancora che un tedesco di nome Falko, ci provi costantemente con una ragazza inglese di nome Donna Marie senza per'altro riuscire ad ottenere nulla.
Ieri inoltre, ha fatto ingresso nella casa una nuova inquilina koreana di nome Sarah, molto carina e gentile, leggera come una piuma e servizievole al limite dell'insopportabile che adora alla follia l'Italia e gli italiani in genere, staremo a vedere gli sviluppi della cosa..
Le altre due ragazze che vivono in quello che ormai ho imparato a chiamare "il mio piccolo mondo", sono di Torino e saltellano costantemente in giro per l'appartamento intervallando la cosa con lunghe sessioni in palestra, piscina e sauna senza mai soluzione di continuità, sono decisamente incredibili ed è impossibile stargli alle costole.

Laura, una di queste ultime due ragazze, ci lascerà la settimana prossima per continuare nel suo viaggio in cerca di più fortuna e lavoro spostandosi a Perth e lasciando così un posto vacante all'interno della casa che penso verrà occupato da una ragazza neozelandese che è venuta a vedere l'appartamento questa mattina.
Nel mio vagabondare fino ad oggi, ho imparato una cosa su questo popolo e cioè che gli neozelandesi sono persone veramente strong, sembra quasi che Dio li abbia creati frantumando del granito con una mazza ferrata arrugginita in una notte di sbronza, staremo a vedere come questo nuovo ingresso rivoluzionerà la vita in casa.
Adesso vado a distribuire un pò di curriculum in città, (la caccia continua) ma voglio lasciarvi con una citazione di Pablo Neruda che, nonostante sia una poesia inflazionata tra i miei colleghi di viaggio\blog, ci tengo a scrivere anche sulle mie pagine perchè io punto al cuore ed alla mente dei miei amici e familiari che in quanto tali, leggono solo il mio blog e non l'hanno probabilmente mei sentita prima.
La seconda citazione sono le parole di una persona che ammiro moltissimo al di là del brand che gestisce e che ci tengo ad appuntare su questo mio-vostro diario.



LENTAMENTE MUORE

Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marca, il colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.
Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco e i puntini sulle "i" piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.
Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza per inseguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai consigli sensati.
Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso.
Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare, chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.
Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce,
chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.
Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare.
Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida felicità.
[Pablo Neruda]




If today were the last day of my life, would I want to do what I am about to do today?” … whenever the answer has been “No” for too many days in a row, I know I need to change something.
Remembering that I’ll be dead soon is the most important tool I’ve ever encountered to help me make the big choices in life. Because almost everything that all external expectations, all pride, all fear of embarrassment or failure – these things just fall away in the face of death, leaving only what is truly important.
Remembering that you are going to die is the best way I know to avoid the trap of thinking you have something to lose. You are already naked. There is no reason not to follow your heart.


“Se oggi fosse l’ultimo giorno della mia vita, vorrei veramente fare quello che sto per fare oggi?” E ogni volta che la risposta fosse “No” per troppi giorni di seguito sapevo di aver bisogno di cambiare qualcosa.
Ricordare che morirò presto è lo strumento più importante che mi ha consentito di fare le scelte più grandi della mia vita. Perchè praticamente tutto, tutte le aspettative, l’orgoglio, le paure di fallire, tutte queste cose semplicemente svaniscono di fronte alla morte, lasciandoci con quello che è veramente importante.
Ricordarsi che moriremo è il modo migliore che conosco per evitare le trappola di pensare di avere qualcosa da perdere. Siete già nudi. Non c’è nessun motivo per non seguire il vostro cuore.
[Steve Jobs]

Have a good life..

giovedì 16 aprile 2009

In Sydney.... again

La prima settimana passata a gironzolare nuovamente per Sydney è alla fine trascorsa senza grossi intoppi o, per lo meno, nessun problema che io non sia riuscito a risolvere all’ultimo momento.
Appena atterrato all’aeroporto, ho buttato letteralmente giù dal letto Paolo, Enzo e la loro nuova coinquilina, Serena che hanno avuto la gentilezza di tenere il mio Backpack mentre io mi aggiravo per la city alla ricerca di lavoro.
Il frutto di questa lunga giornata è stato un nulla di fatto che mi ha portato quasi all’essere costretto all’agghiaccio perchè nella foga del mio interminabile girovagare, non mi sono reso conto che durante le vacanze pasquali, molti turisti hanno preso d’assalto la city precludendomi tutti i letti cheap disponibili (ma al four season o allo Hilton c’era ancora posto).
La cosa si è risolta quando alle 23:00 ho finalmente trovato posto al d-lux, ostello sito in kings cross che devo dire si è rivelato essere un gioiellino nel bel mezzo del più confusionario e festaiolo quartiere di Sydney.
Passata la preoccupazione per il letto, la mia ricerca del lavoro è ripartita e mi ha portato ad intraprendere un colloquio con “la cantina”, magnifico bar-enoteca che si trova alla base di un grattacielo riempito di uffici fino al tetto 42 piani più sopra.
La cosa si è protratta per non più di 10 minuti in cui ho chiacchierato con il titolare (che non spiaccica una parola del nostro idioma) su cosa avrei dovuto fare durante il lavoro ma anche quì, a distanza di qualche giorno durante i quali nulla si è mosso, posso dire che non se ne farà nulla.
E’ poi arrivata pasqua, quale occasione migliore per tornare alle vecchie e sane abitudini dei bbq in spiaggia e nel contempo reincontrare Paola in quel di Bronte dove mi ha presentato tutti i suoi ormai ex coinquilini visto che domani prenderà il volo che dopo 36 ore la riporterà alla sua amata Piacenza.



Dopo aver provveduto a cenare tutti assieme, strimpellare la chitarra sulla sabbia e salutarla come si conviene ad una così carina e solare ragazza (have a good life Paola) riprendo oggi la mia spasmodica ricerca di un lavoro questa volta puntando a ben altro impiego (quale rimane per ora un segreto, sappiate però che ho provveduto ad impaginare 2 curriculum, ovviamente falsi che esporrò all’occasione) e nel contempo comincio e subito finisco la ricerca di un’appartamento in centro.
Quest'ultima è già finita perchè, ho trovato ciò che fa per me, ed al primo colpo, un’appartamento al 25° piano di un grattacielo in pieno centro che porta in dote tv al plasma 50 pollici con decoder satellitare, free wirless adsl, lavanderia con lavatrice e dryer, 3 campi da squash, sala biliardi, spa, 2 piscine con jacuzi, e palestra, senza l'ombra di un'asiatico (praticamente i palazzoni del centro sono solo loro ma il mio boss, vuole una clientela solo europea) ed il tutto per meno di quello che pago attualmente in ostello al d-lux.
Il padrone di casa, tale Klaudien (Albanese di circa 30 anni), mi ha accompagnato questa mattina a visitare l’accomodation e dopo averla vista, l’ho fissata a 170 dollari per week (impegno minimo 2 mesi) a partire da sabato questo salvo poi, ricevere una sua telefonata che mi avvisava che per un suo errore l’appartamento sarebbe stato libero solamente giovedì prossimo.
A questo punto, ho avuto il coltello dalla parte del manico gli avevo già versato la caparra) e sono riuscito a spuntare uno sconto sull’affitto di 10 dollari alla settimana ed una riduzione dell’impegno minimo a 5 settimane anzichè i canonici 2 mesi ma, la cosa che più mi ha reso felice è che tutto questo l’ho fatto in inglese… wow!!!
Rimane ora solamente da chiarire dove dormirò in questa settimana ma non posso risolvere tutti i miei problemi in una volta, insomma, chi vivrà vedrà.
Appena possibile, inserirò le foto dell'appartamento.
Ed ore, let’s go, I have need to find a job now…
P.S. Un grosso in bocca al lupo anche ad Enzo che ieri sera ci ha salutati per intraprendere la sua nuova avventura, questa volta in solitaria nella per me orribile Melbourne. C ya mate and have a good luck!!!

E chi non viene sul blog, dorme all’agghiaccio....

giovedì 9 aprile 2009

Have a good life mate..

Ed eccoci quì, ci eravamo asciati in quell della calda e tropicale Broome e adesso? E adesso devo dire che di strada ne ho fatta molta, ho attraversato fiumi e montagne per trovarmi dove sono ora.
Ma andiamo con ordine, un piccolo passo indietro…
Solevamo trascorrere le nostre giornate in Broome, la caldissima ed umida Broome che, con le sue casette dal tetto di lamiera, le sue palme in ogni dove e i suoi abitanti dall’aria imperturbabile, ci ha assicurato qualche giorno d’estate intensa e la conoscenza di numerose altre crew di van Wiched o ancora sessantenni australiani DOC che per hobby girovagano per il loro paese augurando “have a good life mate” a tutti i backpackers italiani che incontrano sul loro cammino (da quì il titolo del post).
Comunque, una di quste crew, era composta da due tedesche che dopo essersi fatte abbordare, hanno accettato il nostro invito a cena a base di Spaghetti al tonno (brrrrrrrr) e filetto al pepe verde (meglio) salvo poi subito dopo cena gentilmente salutare ed andarsene lasciandoci così, con un nulla di fatto...
Comunque il piano era un’altro (a parte le tedesche) ed era molto chiaro, seguiamo il consiglio di sua maestà Lonely Planet, rimaniamo fino a mercoledì per la serata in cui si elegge “miss maglietta bagnata” e poi il giovedì ci rimbocchiamo le maniche e partiamo alla volta di Darwin.
Il caso ha voluto che il fatidico mercoledì, nel pomerigio ci recammo alla ricerca del pub che avrebbe dovuto fare la famosa sfida, ma, che questo avesse chiuso 2 anni prima siamo quindi rimasti con un pugno di mosche (nel vero senso della parola) così, ritenutici traditi da Broome, decidemmo di ripartire immediatamente.
I kilometri che ci distaccavano da Darwin, ultima meta del viaggio erano 1800 e le rest area presenti sul tracciato erano deliziose oasi di pace che dividevano la highway dal selvaggio bush popolato da coccodrilli, ragni velenosi, e serpenti, tutto questo veniva però allietato dal dolce ululato di molti branchi di voraci dingo a caccia di cibo, posti idilliaci insomma in cui solevamo passare le afose notti con le portiere del van aperte per poter così provare a respirare.
La mattina in cui Rusty ha attraversato il confine del tanto agognato Northen territory, abbiamo visto un ragazzo sul ciglio della strada con in mano un cartello con l’inequivocabile scritta “DARWIN”, abbiamo così deiso di dargli un passaggio, daltronde mancavano solamente 350 km.
Fino a quì niente di male se non fosse che chiacchierando è venuto fuori che il tipo, tale Jonathan, è un’israeliano che ha militato nella mosshad (si scrive così?), è stato in Guerra e che il suo compito in quel frangente era quello di avvicinarsi il più possible al nemico e con l’ausilio di mezzi tecnici, fornire ai suoi le coordinate dei nemici in modo da farli riempire di missili.
Mai che capiti di caricare a bordo una bella bionda è???
Niente ha però potuto fermare noi ed ancor meno Rusty che si trova ora ad essere più vecchio di circa 10.000 km (la cifra esetta non la ricordo) ma, mi piace pensare che ora sia anche più saggio e sopratutto ricco di vita vissuta.. on the road
Siamo quindi giunti alla fine del viaggio e con ben 3 giorni d’anticipo che abbiamo passato in città, in spiaggia dove non si poteva fare il bagno a causa delle Box Jellyfish, meduse mortali che vivono solo quì in Australia (STRANO) noutando nelle calde e sicure acque del lake Alexander e mangiando la sera sul molo al porto dove deliziosi chioschetti fornivano agli avventori carne di coccodrillo e alcolici a profusione.
Un pomeriggio eravamo sulla riva di questo lago che ci asciugavamo al sole ed abbiamo commentato ad alta voce il fantastico van di una coppi di tedeschi che sostavono affianco a noi e che si sono rivelati essere in realtà due Bolzanini (quando vi deciderete a parlare in ITALIANO????????).
Intavolata così una bella chiacchierata, ci vediamo comparire davanti una bellissima ragazza dai capelli mori ed un’abitino succinto nero.
Elisabetta (questo il nome) sentendoci chiacchierare nella sua\nostra lingua, si era avvicinata assieme al suo ragazzo Luca (e te pareva che anche questa ha il moroso?) per salutarci ed appena ha visto Luca, ha riconosciuto uno dei ragazzi con cui soleva passare le sue serate ai tempi di Sydney ben 7 mesi fà.
La serata è finita chiaramente con una cena in compagnia fatta in spiaggia e un’accampamento di tre van nel parcheggio antistante.
Non sono passate molte ore dal ritiro nelle “nostre stanze” avvenuto in tarda serata che una ranger ci ha svegliato bussando al portellone del van per chiederci se nessuno mai ci avesse avvisato che non si può campeggiare nei parcheggi all’interno delle città Australiane e che la penale sarebbe stata di 100 dollari a testa se ci avessero ribeccato il giorno dopo (altro avvertimento, evvai….).
La nostra risposta, da bravi italiani, è stata “Really? Oh, I’m sorry, I don’t Know… this is tha last night and tomorrow we going to the caravanpark”.
Non avremmo comunque potuto dormire li la notte successiva perchè con nostro sommo dispiacere, quello stesso pomeriggio, abbiamo dovuto dare l’addio a Rusty perchè i giorni di nolleggio sono terminati (chissà con chi e dove sarà ora).
Il van di ferro è stato però egregiamente sostituito da un’albergo con piscina dentro la quale abbiamo organizzato la sera una rimpatriata tra italiani con relativo bagno di mezzanotte (dopo 2 ore che la piscina aveva chiuso).
Un francese, vedendoci li a sguazzare, ha voluto fare lo sboorooooone, ha detto ve lo faccio ioooo il tuffo e si è buttato in acqua direttamente dal balcone del primo piano.. bella spanciata ma niente di grave..
La mattina siamo partiti per il tour al Litchfield national park dove abiamo partecipato ad una crociera su di un fiume infestato dai krokko dove gli stessi venivano invitati a saltare letteralmente fuori dall’acqua per azzannare pezzi di carne grandi come il mio polpaccio, questo per la gioia di noi avventori che abbiamo scattato foto a profusione.

Il pomeriggio, lo abbiamo passato a provarci con le tedesche, le italiane e ragazze di chissà quail altre nazionalità sguazzando contemporaneamente nel bel mezzo di varie cascate disperse nel parco nazionale.

Penso mi abbia frainteso, io non gli avevo mica chiesto la mano...

Non c’è bisogno di dire che naturalmente anche quì alla fine ci è andata male hehehehheh.
La sera cena free fatta in compagnila di Betta e Luca che ci hanno poi accompagnati all’aeroporto.
Come? Aeroporto? Non ve lo avevo detto? Si, sono nuovamente ripartito e questa volta la mia destinazione mi è molto familiare.
Infatti Luca e Beppe sono volati a Cairns per continuare il loro zingarare in giro per l’Aussie mentre io me ne sono tornato nella città che mi ha rapito il cuore, la fantastica Sydney.
Sono tornato quì a Sydney perchè già dalla mia prima visita alla città, ho potuto vedere che quì c’erano opportunità che da nessun’altra parte ho ritrovato, questa città allora mi fece crescere, iniziai a correggere qualsiasi mia deformazione, smisi con i pregiudizi, con le diffidenze, con i sospetti e mi imposi di alimentarmi di bulimica curiosità.
Sensazioni che punto a rivivere oggi scorrazzando per la metropoli alla ricerca di una casa ed un lavoro che mi permettano di continuare il mio big trip.
Per buone nuove, dovrete attendere il prossimo post..
E chi non viene sul blog, è uno che da un passaggio ad un killer israeliano..