sabato 28 febbraio 2009

leaving sydney...

Ed eccoci quì, arrivato in quel di Canberra, città molto piccola e carina dalla struttura decisamente “geometrica”.
Secondo me, ricorda molto da vicino Rovereto perchè completamente circondata da pinete e montagne (sono più colline che montagne ma le pinete sono esattamente come le nostre)…. ma andiamo con ordine, torniamo a piè pari a 10 ore e 300 km fà.
La città è ancora Sydney, ed il quartiere Kings Cross, funky e brulicante di vita come sempre.
Devo dire che mi mancherà questa meravigliosa, pazzesca, cara città. Il mio primo bilancio in aussie infatti è più che positivo.
Vabbè, l’esame vero e proprio per me deve ancora cominciare in quanto fino ad ora ho visto solamente la megalopoli che descriverei così “una discreta eleganza mischiata ad una leggera goccia di trendy” e che comunque, a detta di tutti, non rispecchia appieno la vera Australia composta perlopiù da spazi immensi, paesini con case ad un solo piano e strade polverose ed interminabili.
A Sydney in questi 45 giorni ho tentato per quanto possible, di comunicare con persone che non fossero italiane così da abituarmi a sentire i diversi accenti che incontrerò in giro e devo dire che, a parte qualche parola il senso della frase lo comprendo praticamente sempre anche se adesso devo scoprire come rispondere in modo decente a ciò che mi viene detto.
Comunque, dopo questo breve ma dovuto riassunto, veniamo a noi.
La giornata di oggi è iniziata alle 9:00, mi son svegliato con un bel sole, coperto però da un buon strato di nuvole (beh, anche se non si vedeva il sole cera comunque giusto?) che illuminava i locali fighetti già gremiti di gente e che si trovano sotto il mio hotel ed oltre la strada davanti alla mia finestra...alzato tardi come al solito perchè chi mi conosce lo sa, punto la sveglia alle 8,15 e la faccio sempre suonare almeno 2 volte prima di levarmi e di trascinarmi in bagno per cacciare la testa sotto l'acqua tiepida (l’acqua gelata la lascio fare ai marines, io non son mica un marine!)
Oggi quindi berna da la scuola d’inglese, chissà cosa avranno detto gli altri non vedendomi più a lezione ma d’altronde un Bus rosso mi aspettava in Central pronto per accompagnarmi alla mia seconda grande tappa australiana, Canberra.
Un forte abbraccio a Priscilla e Giovanni, miei ormai ex flatemate, un saluto a Manuel loro amico e nuovo coinquilino, le solite raccomandazioni e poi via, veloce come il lampo con il mio pesantissimo zainone a spalle. Entusiasmo e eccitazione a livelli straordinari, non che occorra dirlo, ma quello che mi sarebbe accaduto da qui in avanti mi ha stampato sul viso un sorriso ebete che davvero non saprei come descrivere con altre parole.

Non avete idea di quanto pesa....

Arrivato alla stazione, provvedo a fare il ceck-in, carico i bagagli sul bus e salgo notando che risultava essere ancora semi vuoto, infatti eravamo in una ventina su di un Pullman da 64 persone.
Ho notato anche che tanto per non sbagliare uno dei passeggeri, che assomigliava molto a Gesù, era come d’ australiana tradizione vuole, scalzo alla partenza così come all’arrivo a Canberra, incredibile questa cosa, anche dopo tutti queste settimane continua a lasciarmi basito.
Comunque appena il bus è arrivato in stazione a Camberra, ho recuperato il mio zaino e mi sono avviato verso il nulla seguendo un ragazzo che aveva in mano una cartina con il simbolo del mio ostello e che si è rivelato poi essere americano.
Gli ho chiesto se era anche lui ospite dello YHA che avevo prenotato qualche giorno fa e che si trova a circa 800 mt dalla stazione.
Mi ha risposto di si ed allora ci siamo incamminati assieme verso la direzione che credevamo essere giusta, dopo un centinaio di metri, un tizio sulla cinquantina ci ha visti con la cartina in mano e ci ha chiesto dove dovevamo andare, spiegandoci così la strada esatta.
Altri 200 metri e una ragazza che si è poi rivelata essere norvegese, ci ha fermato per darci dei volantini ma alla nostra risposta negativa a riguardo, ci ha chiesto dove dovevamo andare ed incredibile ma vero CI HA ACCOMPAGNATI ALL’OSTELLO CHE ERA A 300 MT DA LI’, solo in Australia possono succedere certe cose, da noi è già tanto che non indichiamo una strada sbagliata apposta ai turisti...
Posate le valigie in stanza, mi sono fatto una doccia, sono sceso di sotto e mi sono fiondato in piscina giustamente, per rilassarmi dopo tutto quello che ho fatto oggi.
Ora sono all’internet cafè dell’ostello che vi scrivo ma adesso penso vi lascerò miei fedelissimi lettori perchè la fame chiama e stasera penso di andare a mangiare indiano.
A domani per una cronaca approfondita della citta di Canberra e…… chi non viene sul blog è un sorriso ebete!

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Stupenda la foto!!!!T si addice quel borsone rambo!!:-)Ciao Auri

Anonimo ha detto...

Si si...anche il sorriso ebete è perfettamente riuscito...ora ho capito come si fa! ah ti do un'anteprima...ho un bel libricino rosso (quello del tipo bastardo di Luca e paolo in camera caffè)...ti sto annotando tutte le cose del tuo amico della valpolicella...ricordi il tipico slang giovanile rapper?! ecco...pensa in maniera esponenziale e peggio!

M.V. ha detto...

Rambo a me fa un baffo....
X ALE: scrivi scrivi, mi raccomando segna tutto che poi facciamo un libro tipo "io speriamo che me la cavo" e facciamo i soldi...