lunedì 30 marzo 2009

Da Perth a Broome

Luogo: costa ovest Australiana, il Wild West
Tempo: 21 giorni di Marzo on the road
Mezzo di trasorto: Rusty un vecchio van mazda
Temperature: dai 40° ai 50° con umidità alle stelle

Ci eravamo lasciati con l’ultimo post made in Perth appena prima della nostra partenza direzione nord con destinazione la caldissima e tropicale Darwin.
Molte cose e molti luoghi si sono parati sulla nostra strada nel frattempo e questo post vuole essere, forse con un po’ troppa presunzione, un racconto dettagliato di ciò che abbiamo avuto la fortuna ed il coraggio di vedere.
La nostra avventura è iniziata imboccando la Highway N°1, patria di Backpackers come ormai sono io e road train, immensi camion lunghi anche 60 mt con al seguito fino a 5 rimorchi.
Questa strada, percorre per intero la costa e la prima nostra tappa è stato il Pinnacle Desert, dove moltissime pietre dalle forme bislunghe sonnecchiano da anni immemori in posizioni improbabili come mille dita pietrificate che dal terreno si protraggono ad indicare il cielo.
In quel contesto, è avvenuta la prima sventura del nostro viaggio, mentre chiaramente non guidavo io (altrimenti non sarebbe successo) ci siamo piantati nella sabbia e dopo un paio di tentativi a vuoto, la ruota ha iniziato a scavare il fragile terreno.
La soluzione è arrivata dal mio genio (heheheheh), ho trovato una pietra piatta e dopo aver scavato sotto la ruota, l’ho appoggiata a terra.
Ciò è bastato per permettere a Rusty di togliersi d’impaccio e saltar fuori dalla buca che lo stava inghiottendo.
Il successivo luogo visitato è stato il Pink Lake, un posto che sarebbe perfetto come teatro di svolgimento di una favola Disneyana perchè costituito da un’enorme distesa di sale con alcune pozze d’acqua che a causa del cloruro di sodio, si tingono di un’incredibile rosa confetto.
Questo lago però è stato visitato solo perchè di passaggio per il nostro vero obbiettivo, la visita ad un principe in carne ed ossa.
La vera favola di oggi infatti recita così:
C’era una volta, nel lontano 1970, un contadino di nome Leonard che veniva costantemente tormentato dalla sua nazione con tasse secondo lui troppo elevate riguardanti il grano che la sua proprietà, situata alla fine di una strada non asfaltata lunga 60 km, produceva con incredibile operosità.
Un bel dì, decise che l’Australia per questo non lo meritava più, si dichiarò Principe e la sua fattoria divenne il suo regno.
A nulla valsero i ripetuti tentativi del Commonhwelt del Western Australia di far rinsavire il nuovo monarca, la sua personale battaglia continuò ed ad oggi, il Principato dell Hudson River, è riconosciuto a tutti gli effetti come una nazione dispersa nell’Outback Australiano che misura esattamente la grandezza della fattoria del Principe Leonard.
Questa fattoria negli anni, ha sviluppato al suo interno, una chiesa, un suo negozio di alimentari, un ufficio postale ed infine un’ufficio governativo dal quale il principe in persona ormai 81enne, timbra i passaporti di tutti gli avventori che gli chiedono udienza calpestando il suo regal terreno.
Si tratta di un’uomo dal genio smisurato che è riuscito nella sua vita a costituire un suo stato che annovera anche una casella postale alle nazioni unite e di conseguenza nei suoi viaggi per il mondo, ha incontrato e conosciuto il papa ed i capi di stato di tutti i paesi che ha visitato, tutti tranne, il primo ministro Italiano, infatti, al suo arrivo in Italia, con grande stupore, non ha trovato assolutamente nessuno ad accoglierlo.
Finita l’udienza, con il sovrano, siamo risaliti a bordo di Rusty per riportarci sulla strada asfaltata ma, percorrendo il viale sterrato lungo 60 km,

abbiamo notato con sommo stupore delle angurie nane che giacevano incolte ai bordi della strada così, il pilota (che anche stavolta non ero io) ha pensato bene di tirare il freno a mano per effettuare un coreografico drift di 180° senza però calcolare che i lati del tracciato erano di vera e propria soffice sabbia rossa d’Australia.
Il risultato non poteva che essere una seconda insabbiatura che questa volta il mio intelletto smisurato e l’aiuto dei miei compagni di ventura non potevano risolvere.
Siamo stati costretti a chiedere l’aiuto del vicino di casa del principe che abita a cira 45 km dal medesimo ed a 400 mt dal luogo del tragicomico misfatto che ci ha visti coinvolti.
Questo nuovo personaggio, armato di una corda e di un bel jeeppone Toyota, ci ha tratti in salvo ridacchiandosela però sotto i baffi al pensiero di questi tre fessi di Italiani che hanno fatto 20.000 km per venire ad insabbiarsi davanti a casa sua a causa di 4 mini angurie che si sono poi rivelate essere immangiabili.


Risolta anche questa piccola sventura, la tappa successiva ci ha visti visitare due luoghi magnifici, Z Bend, un tumultuoso torrente che scorre in uno stretto canyon e l’ennesimo Natural Bridge d’Australia che questa volta non era circondato dalle forti acque dell’oceano e quindi risultava molto più “normale” del precedente.
Vieste queste due attrazzioni, dopo una rapida occhiata alla cartina ed una ancor più rapida occhiata alla lancetta della benzina che iniziava a scarseggiare, abbiamo deciso non tornare indietro di 40 km per recarci ad un distributore che avevamo visto la mattina ma bensì di spostarci in avanti visto e considerato che a 100 km da noi la mappa in nostro possesso, segnalava un paese che sicuramente nei nostri piani avrebbe avuto di che dissetare l’inossidabile Rusty.
La fortuna si sà, è cieca ma la sfiga in compenso ci vede benissimo, ci siamo così ritrovati a scorrazzare davanti a quello che doveva essere un paese ma che in realtà si è rivelato essere una casa dispersa nel deserto.
Con ormai la spia della riserva accesa e la lancetta che ha rotto il chiodino di fine corsa, Rusty ha eroicamente resistito per altri 40 km salvo poi arrendersi all’evidenza, i soli fumi della benzina non sono sufficienti per mantenere acceso un motore.
Il risultato è stato quello che i tre fessi italiani, si sono ritrovati a piedi, in mezzo al deserto, senza neanche una tanica vuota in cui mettere la benzina che la Road House più vicina (75 km più avanti) gli avrebbe venduto a carissimo prezzo.
Mentre pensavamo sul da farsi, una macchina si è fermata per chiederci cosa fosse successo, dopo averlielo spiegato, l’unica cosa che hanno potuto fare, è stata quella di augurarci good luck e consigliarci di fermare un camion perchè a detta loro probabilmente una scorta di benzina l’aveva.
La seconda macchina che si è fermata invece, trascinava dietro di se una barca e dopo la nostra spiegazione, ridacchiando il conducente è sceso per prendere una tanica di benzina che ci ha gentilmente versato nel serbatoio al prezzo di 20 dollari per 25 litri (gli abbiamo dato 25 dollari comunque).
Morale di questa ennesima favola: se vi trovate nel deserto, senza benzina, su un van scassato, non vi preoccupate perchè c’è sempre un signore sulla cinquantina che 10 minuti dopo la vostra “defaiance” percorre la stassa strada in direzione contraria, trascinando dietro di se una barca (in mezzo al deserto) con relative taniche di benzina, LA FORTUNA DELL’ITALIANO!!!!
Ripartiti di gran carriera (adesso abbiamo una tanica di scorta), ci siamo recati ad ammirare le Stomatoliti che sembrano semplicissime pietre immerse nella splendida e limpidissima acqua oceanica ma che, in realtà sono i genitori di tutto ciò che conosciamo.
Dovete sapere che 2 miliardi di anni fà, dei minuscoli esseri si sono raggruppati a formare delle strane rocce marrini che hanno la facoltà di respirare creando ossigeno e di conseguenza tutta l’atmosfera che ci ha permesso di nascere e vivere sulla terra.
Ormai estinte, le stomatoliti si trovano solo quì in Australia (strano!!) ed è stato bello vedere nel passato remoto del nostro pianeta.


Grazie di tutto Stomatoliti.
Appena lì vicino si trova una stazione telegrafica grande come una vasca da bagno che nel 1964, a sua insaputa ha contribuito alle comunicazioni tra la terra e la stazione spaziale Gemini che aveva perso il contatto con la NASA.
La sera poi, ci siamo accampati in un campeggio a Monkey Mia perchè la mattina seguente un gruppo di delfini sarebbe arrivato sin sulla spiaggia in cerca di cibo e non potevamo perderci questo spettacolo dal vivo.
Le attese sono state rispettate in pieno ed i delfini si sono prodigati in salti ed evoluzioni in segno di ringraziamento verso gli umani che davano loro pesce da mangiare e li accarezzavano sul muso.
Dopo aver lasciato Monkey Mia, ci siamo recati a Denham, città più ad ovest d’Australia e dopo aver fatto benzina, siamo andati a visitare Shell Beach,


una spiaggia costituita interamente da conchiglie traportate lì dalla merea, un vero spettacolo che ci ha rubato solamente una mezzoretta perchè la voglia di ripartire era grande anche se poi si è spenta quando ci siamo resi conto che per altri 1000 km non avremo avuto altro da visitare, solo una lunga strada dritta che si perde nel nulla del deserto dove neanche la radio prende.
La sera, ci siamo accampati in un paesino ed abbiamo deciso di ripulire e mettere in ordine Rusty, così armati di straccio e sapone, abbiamo provveduto ad una superficiale Toilettatura, ora dallo specchietto retrovisore riesco ad intravedere addirittura delle ombre dove prima si vedeva solo polvere. Magari uno di questi giorni decideremo di pulirlo veramente, ed allora quelle ombre si trasformeranno in veri e propri poliziotti incazzati perchè costretti a smontare dalla loro auto nel bel mezzo del deserto per scoprire chi è il pazzo al volante di questo rottame che viaggia senza luci di posizione durante la sera, su di una highway nel mezzo del nulla più assoluto..
La mattina siamo ripartiti e la giornata è passata percorrendo per 8 ore filate una strada dritta contornata dal nulla più assoluto che, se non fosse che Rusty tira decisamente a sinistra, ci poteva scappare anche un sonnellino.
Le nostre fatiche però sono state ripagate in pieno quando siamo arrivati a mettere piede sulla favolosa Torquay Bay, spiaggia dalla sabbia bianchissima, acqua cristallina e coralli che sfiorano la riva.


Inuitile dire che ci siamo accampati in spiaggia per la notte e che solamente il pomeriggio successio abbiamo lasciato quel paradiso per riprendere la strada del deserto dove, come dice Luca, “ci siamo lavati con una tanica di acqua non potabile in mezzo al deserto”… no comment…
La tappa successive ci ha visti scorrazzare per Port Hedland, polverosa città che basa la sua economia sulle miniere ma che ha comunque un suo fascino con tutte quelle case dai tetti in lamiera corrugata.
La city è attraversata da una ferrovia sulla quale corrono tutti i giorni treni diretti in tutta Australia e che possono essere lunghi anche 3 km.
Un’altro suo vantaggio inltre è quello di essere relativamente vicina ad 80 mile beach, una lunghissima spiaggia che volevamo visitare.
Appena arrivati, un signore titolare del campeggio li vicino, ci ha accolti salutandoci e complimentandosi con noi per il “fantastico” mezzo di trasporto.
Abbiamo apprifittato dell’incontro per chiedergli come fosse il mare e se fosse sicuro fare il bagno su quella spiaggia, la risposta è stata un poco confortevole “Io e la mia fimiglia non lo facciamo ma se voi volete…”
Il risultato è stato che siamo scesi, abbiamo fatto due foto e poi via subito in direzione Broome.
Altri 650 km in cui ho guidato io, strada perfettamente dritta, nient'altro attorno eccetto la nostra stessa ombra proiettata sull'asfalto rovente, con quel caldo in quelle condizioni è stato titanico…subsonica come battito e Rusty spacca!!

Ed a chi non viene sul blog, possa insabbiarsi la macchina 2 volte e finire la benzina in pieno deserto…

5 commenti:

Anonimo ha detto...

NOOOOOOO!!!!anke io voglio 40 gradi!!!!K invidia..e io k sono qua col raffreddore accidenti!!:-( xò magari n con un 87%di umidità!!:-)Ciao ciao bacio Auri!

Anonimo ha detto...

che tu fossi poco disponibile ai rifornimenti lo sapevo, che però restando senza benzina nel deserto tu abbia trovato uno che ti ha rifornito è il massimo della fortuna. di sicuro quel tipo non ero io, altrimenti........ ciao cioffe

Anonimo ha detto...

meno male che non hai trovato la persona che come a londra vi ha riso in faccia dicendovi "vi siete persi?" "si" "ah ok" e se ne andato via ridacchiando dalla contentezza, contento perchè degli italiani si erano persi nella sua città.
Tanti auguri per la prossima avventura, ma ricordati che vogliamo vedere le foto, ciao da tua zietta rita.

boss ha detto...

possibilmente anche qualche filmato.....ciao ciao il boss!

boss ha detto...

a proposito, sempre fortunato tu come col gatto delle nevi vero? hehehehe.......