giovedì 9 aprile 2009

Have a good life mate..

Ed eccoci quì, ci eravamo asciati in quell della calda e tropicale Broome e adesso? E adesso devo dire che di strada ne ho fatta molta, ho attraversato fiumi e montagne per trovarmi dove sono ora.
Ma andiamo con ordine, un piccolo passo indietro…
Solevamo trascorrere le nostre giornate in Broome, la caldissima ed umida Broome che, con le sue casette dal tetto di lamiera, le sue palme in ogni dove e i suoi abitanti dall’aria imperturbabile, ci ha assicurato qualche giorno d’estate intensa e la conoscenza di numerose altre crew di van Wiched o ancora sessantenni australiani DOC che per hobby girovagano per il loro paese augurando “have a good life mate” a tutti i backpackers italiani che incontrano sul loro cammino (da quì il titolo del post).
Comunque, una di quste crew, era composta da due tedesche che dopo essersi fatte abbordare, hanno accettato il nostro invito a cena a base di Spaghetti al tonno (brrrrrrrr) e filetto al pepe verde (meglio) salvo poi subito dopo cena gentilmente salutare ed andarsene lasciandoci così, con un nulla di fatto...
Comunque il piano era un’altro (a parte le tedesche) ed era molto chiaro, seguiamo il consiglio di sua maestà Lonely Planet, rimaniamo fino a mercoledì per la serata in cui si elegge “miss maglietta bagnata” e poi il giovedì ci rimbocchiamo le maniche e partiamo alla volta di Darwin.
Il caso ha voluto che il fatidico mercoledì, nel pomerigio ci recammo alla ricerca del pub che avrebbe dovuto fare la famosa sfida, ma, che questo avesse chiuso 2 anni prima siamo quindi rimasti con un pugno di mosche (nel vero senso della parola) così, ritenutici traditi da Broome, decidemmo di ripartire immediatamente.
I kilometri che ci distaccavano da Darwin, ultima meta del viaggio erano 1800 e le rest area presenti sul tracciato erano deliziose oasi di pace che dividevano la highway dal selvaggio bush popolato da coccodrilli, ragni velenosi, e serpenti, tutto questo veniva però allietato dal dolce ululato di molti branchi di voraci dingo a caccia di cibo, posti idilliaci insomma in cui solevamo passare le afose notti con le portiere del van aperte per poter così provare a respirare.
La mattina in cui Rusty ha attraversato il confine del tanto agognato Northen territory, abbiamo visto un ragazzo sul ciglio della strada con in mano un cartello con l’inequivocabile scritta “DARWIN”, abbiamo così deiso di dargli un passaggio, daltronde mancavano solamente 350 km.
Fino a quì niente di male se non fosse che chiacchierando è venuto fuori che il tipo, tale Jonathan, è un’israeliano che ha militato nella mosshad (si scrive così?), è stato in Guerra e che il suo compito in quel frangente era quello di avvicinarsi il più possible al nemico e con l’ausilio di mezzi tecnici, fornire ai suoi le coordinate dei nemici in modo da farli riempire di missili.
Mai che capiti di caricare a bordo una bella bionda è???
Niente ha però potuto fermare noi ed ancor meno Rusty che si trova ora ad essere più vecchio di circa 10.000 km (la cifra esetta non la ricordo) ma, mi piace pensare che ora sia anche più saggio e sopratutto ricco di vita vissuta.. on the road
Siamo quindi giunti alla fine del viaggio e con ben 3 giorni d’anticipo che abbiamo passato in città, in spiaggia dove non si poteva fare il bagno a causa delle Box Jellyfish, meduse mortali che vivono solo quì in Australia (STRANO) noutando nelle calde e sicure acque del lake Alexander e mangiando la sera sul molo al porto dove deliziosi chioschetti fornivano agli avventori carne di coccodrillo e alcolici a profusione.
Un pomeriggio eravamo sulla riva di questo lago che ci asciugavamo al sole ed abbiamo commentato ad alta voce il fantastico van di una coppi di tedeschi che sostavono affianco a noi e che si sono rivelati essere in realtà due Bolzanini (quando vi deciderete a parlare in ITALIANO????????).
Intavolata così una bella chiacchierata, ci vediamo comparire davanti una bellissima ragazza dai capelli mori ed un’abitino succinto nero.
Elisabetta (questo il nome) sentendoci chiacchierare nella sua\nostra lingua, si era avvicinata assieme al suo ragazzo Luca (e te pareva che anche questa ha il moroso?) per salutarci ed appena ha visto Luca, ha riconosciuto uno dei ragazzi con cui soleva passare le sue serate ai tempi di Sydney ben 7 mesi fà.
La serata è finita chiaramente con una cena in compagnia fatta in spiaggia e un’accampamento di tre van nel parcheggio antistante.
Non sono passate molte ore dal ritiro nelle “nostre stanze” avvenuto in tarda serata che una ranger ci ha svegliato bussando al portellone del van per chiederci se nessuno mai ci avesse avvisato che non si può campeggiare nei parcheggi all’interno delle città Australiane e che la penale sarebbe stata di 100 dollari a testa se ci avessero ribeccato il giorno dopo (altro avvertimento, evvai….).
La nostra risposta, da bravi italiani, è stata “Really? Oh, I’m sorry, I don’t Know… this is tha last night and tomorrow we going to the caravanpark”.
Non avremmo comunque potuto dormire li la notte successiva perchè con nostro sommo dispiacere, quello stesso pomeriggio, abbiamo dovuto dare l’addio a Rusty perchè i giorni di nolleggio sono terminati (chissà con chi e dove sarà ora).
Il van di ferro è stato però egregiamente sostituito da un’albergo con piscina dentro la quale abbiamo organizzato la sera una rimpatriata tra italiani con relativo bagno di mezzanotte (dopo 2 ore che la piscina aveva chiuso).
Un francese, vedendoci li a sguazzare, ha voluto fare lo sboorooooone, ha detto ve lo faccio ioooo il tuffo e si è buttato in acqua direttamente dal balcone del primo piano.. bella spanciata ma niente di grave..
La mattina siamo partiti per il tour al Litchfield national park dove abiamo partecipato ad una crociera su di un fiume infestato dai krokko dove gli stessi venivano invitati a saltare letteralmente fuori dall’acqua per azzannare pezzi di carne grandi come il mio polpaccio, questo per la gioia di noi avventori che abbiamo scattato foto a profusione.

Il pomeriggio, lo abbiamo passato a provarci con le tedesche, le italiane e ragazze di chissà quail altre nazionalità sguazzando contemporaneamente nel bel mezzo di varie cascate disperse nel parco nazionale.

Penso mi abbia frainteso, io non gli avevo mica chiesto la mano...

Non c’è bisogno di dire che naturalmente anche quì alla fine ci è andata male hehehehheh.
La sera cena free fatta in compagnila di Betta e Luca che ci hanno poi accompagnati all’aeroporto.
Come? Aeroporto? Non ve lo avevo detto? Si, sono nuovamente ripartito e questa volta la mia destinazione mi è molto familiare.
Infatti Luca e Beppe sono volati a Cairns per continuare il loro zingarare in giro per l’Aussie mentre io me ne sono tornato nella città che mi ha rapito il cuore, la fantastica Sydney.
Sono tornato quì a Sydney perchè già dalla mia prima visita alla città, ho potuto vedere che quì c’erano opportunità che da nessun’altra parte ho ritrovato, questa città allora mi fece crescere, iniziai a correggere qualsiasi mia deformazione, smisi con i pregiudizi, con le diffidenze, con i sospetti e mi imposi di alimentarmi di bulimica curiosità.
Sensazioni che punto a rivivere oggi scorrazzando per la metropoli alla ricerca di una casa ed un lavoro che mi permettano di continuare il mio big trip.
Per buone nuove, dovrete attendere il prossimo post..
E chi non viene sul blog, è uno che da un passaggio ad un killer israeliano..

2 commenti:

Anonimo ha detto...

ciao massi! Sono riuscita finalmente a leggere il tuo fantastico reportage (solo quest'ultimo...) bellissimo veramente, mi piace anche il tuo modo di scrivere...piacevole, leggero...ah complimenti per il lavoro! (chef???)
Baci da Erica e Nicolò!

M.V. ha detto...

ho solo fatto un colloquio per quel lavoro, non è ancora detto che me lo diano... comunque dai, da quando vivo da solo in italia, non mi sono ancora avvelenato, è una buona cosa da mettere sul curriculum...